Recensione Sony Cyber-shot RX100 VII

Fotografare al settimo cielo

Sony RX100 VII
Sony RX100 VII
(Image: © Future)

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Costruzione e maneggevolezza

  • Corpo in metallo molto compatto e robusto
  • Presenza di gomma antiscivolo insufficiente
  • Anello di controllo fluido attorno all'obiettivo

Il design della RX100 è rimasto praticamente invariato dal 2012, anno dell’uscita della sua prima versione sul mercato. Ad eccezione di alcune lievi differenze estetiche, la nuova compatta Sony sembra identica alla precedente RX100 VI, mentre il corpo in metallo conserva l’aspetto compatto dei modelli precedenti.

Se si considerano la serie di funzioni e la portata dell’ottica zoom che Sony è riuscita a racchiudere in quel piccolo guscio, il risultato non può che lasciare sbalorditi. È anche vero che che le stesse critiche fatte ai modelli passati possono essere rivolte anche a questa versione, ci riferiamo in particolare alla mancanza di una gomma antiscivolo sull’anteriore e di solo un misero quadratino su quello posteriore, dove si appoggia il pollice.

Difetti che la rendono la RX100 meno comoda da maneggiare rispetto ai modelli come la Canon PowerShot G7 X Mark III. Il modello di Sony è chiaramente progettato per essere il più compatto possibile ma rimane la possibilità di aggiungere una impugnatura opzionale, se mai ce ne fosse bisogno. 

Uno dei vantaggi della RX100 VII rispetto ad alcune rivali, invece, è che la ghiera di controllo posteriore può essere ruotata senza che il pollice urti costantemente il lato dello schermo LCD, grazie al suo profilo sottile ed a filo con il lato posteriore. 

Un fattore che spesso rappresenta una sfida su corpi così ridotti, ma che qui è soltanto un piccolo fastidio, una volta che il display LCD viene esteso leggermente fuori dal corpo macchina.

Il mirino elettronico emerge facilmente dalla piastra superiore quando si rilascia il fermo laterale e, come sull'RX100 VI, non è più necessario tirare indietro il mirino prima di poterlo utilizzare.

Un vantaggio della fotocamera rispetto ad alcuni rivali è che la ghiera di controllo posteriore può essere ruotata senza che il pollice colpisca costantemente il lato dello schermo LCD.

L'anello di controllo attorno all'obiettivo ha una finitura zigrinata che lo rende piacevole da usare. È silenzioso e non fornisce alcun feedback fisico di default, anche se la fotocamera emette piccoli click mentre viene ruotato, per compensare questa scelta costruttiva.

Il fatto che sia stato silenziato ne migliora l’utilizzo durante la registrazione video, dove altrimenti la fotocamera potrebbe captare suoni operativi. Troviamo però un po’ fastidioso il leggero ritardo tra la rotazione della ghiera e l’attuazione delle impostazioni.

Autofocus

  • Inseguimento e autofocus in tempo reale
  • 357 punti di rilevazione di fase 
  • 425 punti di rilevazione di contrasto
  • Eccellente funzione di rilevamento di viso e occhi

La RX100 VI ha un ottimo sistema di autofocus, ma ciò non ha impedito a Sony di considerare il suo miglioramento una delle priorità durante la realizzazione della RX100 VII. 

I sistemi AF sui recenti modelli Alpha, insieme agli aggiornamenti del firmware per le fotocamere più vecchie, ne hanno aumentato le prestazioni in generale e ora Sony sta cercando di introdurre lo stesso beneficio nella sua gamma Cyber-shot.

In definitiva quali sono le novità? Ora ci sono più punti AF a rilevamento di fase. Si è passati dai 315 punti sulla RX100 VI ai 357 sulla RX 100 VII, essi coprono anche il 3% in più del fotogramma rispetto a prima. Anche il precedente sistema AF, a rilevazione del contrasto a 25 punti, è stato migliorato fino a creare un sistema a 425 punti e Sony promette ora la messa a fuoco in appena 2 centesimi di secondo.

Il cambiamento maggiore per quanto riguarda la messa a fuoco automatica, è il monitoraggio in tempo reale che utilizza strumenti basati sull'intelligenza artificiale per decidere quale tipo di autofocus utilizzare. Il tracking in tempo reale permette di mantenere una messa a fuoco stabile e costante su un soggetto in movimento e si passa al tracciamento di viso / occhi quando il sistema rileva il volto di una persona. 

Questo dovrebbe facilitare la messa a fuoco rapida su ciò che è fondamentale, quando le persone entrano ed escono dall’inquadratura o cambiano posizione rispetto alla fotocamera.

Il cambiamento più grande è il monitoraggio in tempo reale, che utilizza strumenti basati sull'intelligenza artificiale per passare automaticamente dalla messa a fuoco automatica standard durante il rilevamento di un soggetto in movimento e il rilevamento viso / occhio quando il sistema nota il viso di una persona

Abbinate questa caratteristica ad una messa a fuoco automatica continua e avrete una combinazione molto potente. La disponibilità di un'ampia gamma focale mostra quanto valido possa essere il funzionamento del sistema AF della RX100 VII, poiché potete zoomare fino alle focali più lunghe e fare in modo che la fotocamera rilevi un soggetto molto piccolo in lontananza e lo agganci rapidamente.

Il sistema di rilevamento del volto non ha bisogno che il viso sia grande all’interno dell’inquadratura per poterlo riconoscere, anche se il soggetto deve essere abbastanza vicino affinché il sistema inizi a rilevare e tracciare gli occhi (cosa comunque superflua con i soggetti distanti). Quando quest’ultimo si avvia, riesce a tracciare gli occhi molto bene, anche quando il soggetto si trova trasversalmente alla fotocamera.

Il sistema funziona egregiamente anche durante la registrazione video. La fotocamera si dimostra in grado di riprendere soggetti umani che si muovono all'interno dell’inquadratura, anche nel caso in cui si avvicinino o allontanino dalla fotocamera. Sony ha pubblicizzato a gran voce questa funzione ed è facile intuire perché.

Non ci sono dubbi sul fatto che questa siano le migliori prestazioni di messa a fuoco automatica che possiate desiderare su una fotocamera compatta in questo momento. Motivo per cui la RX100 VII è una scelta particolarmente adatta alle famiglie, visto che cercare di mantenere l’inquadratura su un bambino in movimento rappresenta il test più difficile per l’autofocus di qualsiasi telecamera.