Netflix, confermato l'aumento per chi condivide la password (quasi)

Woman using Netflix on a laptop
(Immagine:: Shutterstock / sitthiphong)

Sarebbe ormai confermata la decisione di Netflix: entro la fine del 2022, chi condivide la password con altre persone, dovrà pagare di più. Si parla di 3 dollari per ogni utente aggiuntivo, ma la cifra non è ancora stabilita e sicuramente non sarà uguale per tutte le aree geografiche.  Pare che la novità arriverà a partire da ottobre, globalmente. 

Poco tempo fa Netflix aveva fatto sapere di aver perso utenti, circa 200.000, per la prima volta nella sua storia. Immediatamente il titolo ha perso molto valore in borsa, facendo scattare parecchi allarmi. 

Aumentare il costo per chi condivide la password è una delle contromisure. L'altra, anch'essa in arrivo a breve, è l'introduzione di un abbonamento meno costoso, ma con annunci pubblicitari. 

Le due misure vanno chiaramente nella stessa direzione: cercare di convincere più persone a pagare un abbonamento completo, o almeno un prezzo più altro. 

In alternativa, potremo scegliere l'abbonamento con pubblicità. Ma per ora non è chiaro né quanto costerà, né la qualità video fornita, né quante pubblicità ci saranno. Potrebbe valerne la pena oppure no, vedremo. 

Che cosa significa

Chi condivide la password con altre persone a parte i familiari (che vivono nella stessa casa), dovrà pagare un extra per ogni utente aggiuntivo. 

Ad oggi, in Italia, un account premium costa 18 euro al mese (€260/anno)e potenzialmente lo si può dividere in cinque - se si vuole che ogni utente abbia un suo profilo con una sua cronologia e suggerimenti personalizzati. Sono €3,60 a testa, che diventerebbero €7.60 al mese per ogni utente aggiuntivo.

Costerebbe comunque meno dell'account Basic (€7,99/mese), che è una proposta semplicemente ridicola, visto che arriva al massimo a 480p senza HDR.

In molti lo fanno per spendere un po' meno, tanti altri invece per necessità più che legittime: per esempio, genitori e figli che vivono in case separate, oppure coppie che si sono separate ma continuano a condividere l'account. O se i vostri figli dormono spesso dai nonni o altrove. Situazioni per cui ci si ritroverà a dover pagare un extra, per quanto assurdo possa sembrare.  

Netflix, ovviamente, può chiedere tutto il denaro che ritiene opportuno. Ma è altrettanto ovvio che i consumatori non lo prenderanno bene, soprattutto in un momento in cui tutti i prezzi stanno aumentando, a partire dai costi energetici. 

Disdire Netflix, in quanti lo faranno? 

Quella di Netflix sembra una mossa un po' disperata, ma sicuramente si aspettano che la maggior parte degli abbonati continuerà pagare la cifra rivista. Alcuni, senza dubbio, decideranno di disdire. Secondo un recente sondaggio (via BGR) c'è almeno un 13% di abbonati che si dichiara pronto ad andarsene - anche se poi bisogna vedere se lo faranno veramente. 

E poi c'è la concorrenza: in Italia abbiamo Disney+, che costa 90 euro l'anno e non crea problemi per la condivisione password (almeno per ora).  C'è Amazon Prime Video (circa 4 euro/mese o meno, e include molti altri servizi), e ci sono Now TV, TIM Vision e altri. E stanno arrivano nuovi player, come Paramount. Le alternative a Netflix, insomma, non mancano. 

Quello che manca, invece, è proprio un'offerta di contenuti convincente. Su Netflix ci sono tante cose fantastiche, e altre sono in arrivo (Peaky Blinders 6 per esempio), ma tante altre mancano (vedi appunto i contenuti Disney). 

Il problema di Netflix, in effetti, forse è proprio che i colossi si stanno facendo la propria piattaforma srtreaming, e quindi non danno più i contenuti alla stessa Netflix. Allo stesso tempo, i contenuti originali potrebbero non bastare a compensare: alcuni sono davvero eccellenti, come per esempio Stranger Things, ma altri sono prodotti del tutto trascurabile, vedi il recente film 365 giorni (no, non andate a vederlo, fatevi un favore). 

Via New York Times

Valerio Porcu

Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.

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